Rassegna Stampa Internazionale

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AGOSTO 2021

Aumenta la pressione sugli scettici della vaccinazione

Annunci così chiari sono rari. Se il numero di nuove infezioni e di pazienti in terapia intensiva dovesse aumentare nelle prossime settimane, l'entrata in vigore della regola 1-G nella ristorazione la sera sarebbe inevitabile, ha detto il cancelliere federale Sebastian Kurz. Il tema qui è il Green Pass, o l'obbligatorietà di vaccino per accedere a servizi

Covid, arrivano le cure!

Trattamenti complementari ai vaccini saranno autorizzati in Francia nel giro di alcune settimane e aiuteranno a diminuire il numero di ospedalizzazioni di malati covid

L'ombra della variante delta sul rientro autunnale

Se i bambini sono meno esposti a forme gravi di covid, la variante obbliga comunque a programmare una ripartenza scolastica sotto stretta sorveglianza

Charlie Watts non suona più la batteria

Era sia un'icona che uno sconosciuto. Il fedele, il muto, l'elegante Charlie Watts, l'incrollabile supporto ritmico e umano dei Rolling Stones, sullo sfondo del palco fin dal primo giorno - 1962 - non c'è più. Strano evento quello della sua morte improvvisa a 80 anni per una storia comune e antica, ma ancora non finita, quella del rock

Il 'no' di Joe Biden

Il 'no' di Joe Biden alla richiesta di Boris Johnson di posticipare il ritiro delle truppe, insomma, quasi una 'non notizia', non almeno da apertura, perché era già nelle premesse di un G7 voluto da Londra e avvertito con fastidio da Washington. A questo punto, per dirla con il Times, agli alleati non resta che la corsa contro il tempo per salvare migliaia di persone dai talebani. La Gran Bretagna si sta adoperando per trasportare in aereo più di 4.000 cittadini britannici e afgani fuori dal paese entro la fine della settimana. Il presidente Biden ha confermato ieri sera che non ha intenzione di prolungare la scadenza del 31 agosto per il ritiro delle truppe nonostante le pressioni di Boris Johnson e di altri leader europei. La decisione significa che l'ultimo volo di evacuazione britannico dovrebbe partire domani o venerdì per garantire a 1.000 soldati britannici a Kabul di venire via.

Le truppe britanniche lasceranno Kabul in 24-36 ore

Boris Johnson, il primo ministro britannico, dopo il G7 ha dichiarato: "Andremo avanti fino all'ultimo momento possibile. Ma avete sentito quello che ha detto il presidente degli Stati Uniti, avete sentito quello che hanno detto i talebani". Finora i talebani hanno permesso che il ponte aereo continuasse senza grosse interferenze. Ma in una conferenza stampa a Kabul, il portavoce dei talebani Zabihullah Mujahid ha affermato che il suo gruppo non accetterà "nessuna proroga" della scadenza. Mujahid ha anche affermato che i talebani stanno ancora permettendo ai cittadini stranieri di partire, ma impediscono agli afgani di raggiungere l'aeroporto perché è pericoloso e perché le loro competenze sono necessarie per ricostruire il paese.

Biden chiude giorni di incertezza sulla scadenza del 31 agosto

Biden rifiuta di estendere il ponte aereo mentre i talebani accentuano la presa sull'Afghanistan. La decisione di Biden chiude giorni di incertezza sulla scadenza del 31 agosto per il ritiro definitivo dell'esercito statunitense. Arriva nonostante le crescenti preoccupazioni per la sicurezza intorno all'aeroporto di Kabul e lo sforzo caotico di evacuare migliaia di cittadini stranieri e afgani. Il presidente degli Stati Uniti segue così le raccomandazioni del Pentagono per rispettare la linea temporale autoimposta al ritiro, ha detto un funzionario della Casa Bianca. Tuttavia, Biden ha chiesto agli alti funzionari di sviluppare piani di emergenza nel caso in cui la scadenza dovesse essere estesa. Biden anche nel G7 di ieri era pressato da Gran Bretagna, Francia e Germania in particolare per estendere la missione degli Stati Uniti. Boris Johnson, il primo ministro, che ha presieduto la riunione, ha detto che i leader del G7 hanno concordato un approccio comune per fare pressione sui talebani perché consentano un passaggio sicuro fuori dal paese agli afghani anche dopo il 31 agosto.

L'onda choc del caos afghano

Nuovi equilibri regionali, minaccia di flussi migratori fuori controllo, evoluzione dei rapporti di forza fra Washington e rivali: il mondo si aggiusta di fronte alla vittoriadei talebani. L'Iran e la Cina giocano la carta del dialogo con il nuovo regime; l'Europa messa di fronte alla sua impotenza dalla decisione di Biden; in Francia diventa impossibile ai sensi della legge l'espulsione dei rifugiati afghani, avverte un magistrato

Maas: "Non faremo uscire tutti dall'Afghanistan"

Il ministro degli Esteri ammette con onestà che la decisione del presidente Biden impedirà di fatto di mettere in salvo dai talebani tutti gli afghani che cercano di lasciare il Paese. La fine dell'evacuazione con protezione militare non dovrebbe significare la fine delle opportunità delle persone di lasciare il Paese. "Per fare questo, devi percorrere strade che non vuoi", ha detto Maas, riferendosi ai negoziati con i talebani.

I talebani vogliono che nessun afghano lasci il Paese a partire da settembre

Nicholas Busse: nelle mani dei talebani. Continuare il ponte aereo contro la volontà dei talebani sarebbe possibile solo con una notevole crescita della presenza militare, il che rimetterebbe in discussione il ritiro appena deciso. Non solo il presidente americano Biden non è interessato. Anche in Europa nessuno vuole (e può) continuare questa guerra persa. Ecco perché ci sono contatti con i talebani e la speranza è che la Turchia o la Russia aiutino con la loro mediazione. Al fallimento militare segue l'umiliazione diplomatica.

Goodbye Kabul, di Philippe Gélle

Se qualcuno, a 7mila km dal caos afghano, pensava di evitare le conseguenze tragiche del domino che si è scatenato, le notizie da Kabul provano già il contrario. In Francia, primo profugo afghano trattenuto in stato di fermo perché sospettato di affiliazione ai talebani. Aumentano i timori di attentati e infiltrazioni di al Qaeda. E non è che l'inizio. Gli occidentali devono decidere quale posizione adottare verso il nuovo potere talebano, definito a livello internazionale come gruppo terrorista, ma da cui dipende il via libera per l'evacuazione da Kabul. Bisogna mantenere le sanzioni a rischio di un deterioramento della crisi umanitaria che potrebbe innescare un esodo? Serve un riconoscimento politico? Pechino e Mosca vanno avanti, il loro personale diplomatico sarà presente nell'emirato talebano. Gli alleati di Washington si trovano in una posizione scomoda. Gli europei, senza voce in capitolo in questo ritiro, hannola prova che non possono fare affidamento su Washington per la loro sicurezza. L'era post 11 settembre si chiude a Kabul. Joe Biden crede che il suo 'pivot Asia' lo metterà in posizione di forza nella competizione con la Cina. Calcolo azzardato per bilanciare una sconfitta. Dalla pista di Kabul lo sentiamo bene salutarci, 'Goodbye Europa!"    

Edward Luce: l'America di Biden è confusa, e anche il mondo

No, l'alleanza occidentale non sta per rompersi. E l'America non sta per andare alla deriva in qualche fantasticheria isolazionista. L'Afghanistan è troppo periferico per innescare un cambiamento così drammatico. Ma la natura caotica del ritiro dell'America, e l'affronto avvertito dalla maggior parte dei suoi alleati, hanno messo bruscamente fine alla luna di miele internazionale del presidente Joe Biden. Con il ritiro dall'Afghanistan di Biden ha mantenuto una promessa, quella di uscire dalle "guerre eterne", e ne ha infranta un'altra, quella di ripristinare il primato delle alleanze americane. La seconda promessa era ciò che differenziava nettamente Biden da Donald Trump: Biden valorizza gli alleati. Il rammarico dell'Europa è che Biden avrebbe potuto rispettare entrambe le promesse se si fosse consultato strettamente con loro sulla sua uscita dall'Afghanistan. Ha scelto di non farlo. Il fatto che la Nato fosse lì per volere dell'America mette il sale sulla ferita. Gli attacchi dell'11 settembre hanno segnato l'unica volta in cui la NATO ha invocato la sua clausola di mutua difesa dell'articolo V - in seguito a un attacco all'America, non all'Europa. L'Europa è abituata a ricevere poca attenzione, a volte meritatamente, a volte no. Ma l'Occidente non può andare avanti indefinitamente senza una strategia. A otto mesi dal suo insediamento, Biden deve ancora definire una chiara politica estera. Come per l'Afghanistan, c'è poco di concreto sulla Cina per distinguere Biden da Trump. Biden ha mantenuto le tariffe sui beni cinesi. Sul 5G sta chiedendo ai partner di scegliere tra Huawei e un'alternativa non ancora specificata. E la motivazione di Biden per ritirarsi dall'Afghanistan è quella di concentrare le risorse degli Stati Uniti sull'Indo-Pacifico. Ma in che modo l'uscita dall'Afghanistan aiuterà il contenimento della Cina e la promozione della democrazia? La risposta è oscura. La vera priorità di Biden è quella di far passare le sue manovre fiscali interne per rilanciare l'economia della classe media americana prima delle elezioni di midterm del prossimo anno. La maggior parte degli alleati dell'America preferisce di gran lunga i democratici al trumpismo. Ma non sono ancora sicuri di cosa questo significhi per il ruolo dell'America nel mondo. Il sospetto è che neanche l'America lo sappia.

Biden ribadisce il ritiro dall'Afghanistan entro il 31 agosto

Biden si sta inchinando alle richieste dei talebani, reiterate ieri, di prorogare la scadenza. Rifiuta il consiglio di leader del G-7 come il britannico Boris Johnson e il francese Emmanuel Macron di rimanere più a lungo a Kabul per portare più persone fuori dal paese, in sicurezza. E sta abbandonando migliaia di afgani che hanno combattuto con gli Stati Uniti e la NATO alla punizione dei talebani.

Vi riporteremo a casa

Rispettare la scadenza del 31 agosto riduce le promesse di evacuazione di Biden in Afghanistan. Il 20 agosto il presidente aveva detto: "qualsiasi americano che voglia tornare a casa, vi riporteremo a casa". La speranza è che gli Stati Uniti portino in salvo il maggior numero possibile grazie al ritmo del ponte aereo: 11.600 persone partite da Kabul martedì e 70.700 dal 15 agosto, quando i talebani hanno preso Kabul.

Nel bene o nel male

La scommessa di Biden, spiega Chris Cillizza, è stata sintetizzata in una serie di tweet da Kevin Collins, uno stratega democratico. "Nel bene o nel male, al popolo americano non interessa davvero la politica estera a meno che non ci sia un caso molto pubblicizzato di americani in pericolo. Se si tirano fuori gli americani, i sondaggi di Biden non saranno influenzati troppo dall'Afghanistan. L'approvazione di Biden - e le possibilità dei Democratici nel 2022 - dipendono invece dalle questioni pandemia ed economia. La scommessa di Biden è che mentre l'Afghanistan è al primo posto per la maggior parte degli elettori in questo momento, svanirà come priorità come spesso accade in politica estera  quando non sarà più la notizia principale nei telegiornali di tutti i giorni. Che se gli americani usciranno in sicurezza, il pubblico perderà interesse per ciò che sta accadendo in un paese lontano e tornerà a questioni interne come lo stato dell'economia e la battaglia in corso contro il CoviD-19.