Il Qatar gela l'Europa: "Sull'energia sbaglia, il peggio deve venire"

Doha, 24.05.2023 ilgiornale - Il Qatar boccia le politiche energetiche europee e ammonisce: «Il peggio deve ancora venire». Una previsione spiazzante che, dal Forum economico di Doha, è risuonata come una vera minaccia mettendo in luce quanto la guerra russo-ucraina abbia riscritto gli equilibri geopolitici. E come il Qatar-gate scoppiato a Bruxelles abbia raffreddato i rapporti tra il Paese arabo e il Vecchio Continente.
Non un dettaglio visto che il grande accusatore è oggi uno dei nostri principali fornitori di Gnl: «Solo un inverno mite è riuscito a salvare quest'anno l'Europa e l'umanità», ha detto il ministro dell'Energia del Qatar Saad Sherida Al-Kaabi. Ma «se l'economia inizia a riprendersi nel 2024 e se ci sarà un inverno normale, allora capiremo che il peggio deve ancora venire», ha aggiunto, sottolineando che le fonti di energia rinnovabile generano elettricità, ma non possono risolvere i problemi. «C'è bisogno di un giusto mix energetico», ha affermato, spiegando che la spinta globale verso fonti di energia più pulite si tradurrà in una carenza di forniture di petrolio e gas. Insomma, se avremo un inverno in deficit di gas la colpa sarà dell'Europa che dovrà incassarne le conseguenze (su prezzi e disponibilità). Come rilevato dal New York Times, il Qatar sta diventando l'Arabia Saudita del gas, un fornitore di energia indispensabile con vaste riserve e costi molto bassi.E il suo modo di leggere la transizione energetica non passerà sotto traccia. Guardando ai numeri, le esportazioni energetiche del Paese, di cui il gas naturale è di gran lunga il più importante, sono raddoppiate nel 2022; lo stesso anno in cui il Paese ha avviato la costruzione di quattro nuovi giganteschi terminali di produzione, investimenti che aumenteranno la capacità di esportazione del Qatar di oltre un terzo entro il 2026. Qatar Energy, la società statale che opera nel settore, si sta espandendo in tutto il mondo con investimenti in Brasile, Suriname, Angola, Sudafrica e altrove ha di recente negoziato un accordo di 15 anni per la fornitura di gas alla Germania.
E in Italia? 
Il principale punto di importazione del gas del Qatar è il rigassificatore della Adriatic Lng, il quale immette il gas nella rete italiana a Cavàrzere (Venezia) grazie al contratto di lungo termine con Edison che importa circa 6,4 miliardi di metri cubi di gas all'anno. Quasi la metà del totale di gnl importato che è stato di 14,2 miliardi nel 2022 (4,1 miliardi nel solo primo trimestre 2023).
Anche Eni ha importanti rapporti con il Qatar visto che il Paese è tra quelli che stanno contribuendo gradualmente alla sostituzione delle forniture di gas russo: 9 miliardi arrivano dall'Algeria e dal Qatar una quota parte degli 11 miliardi che gradualmente saranno sostituiti con il contributo anche di altri paesi come Angola, Congo, Nigeria, Indonesia e Mozambico. A giugno scorso Eni è stata selezionata poi da QatarEnergy come nuovo partner internazionale per l'espansione del progetto North Field East, un giacimento di gas naturale del Paese.

Regno Unito: Trappole a Westminster.  Sunak, mini rimpasto di Governo

Il premier britannico Sunak
indagato per conflitto di interessi:
le accuse sulle quote di sua moglie rimaste nascoste

Londra, 17.04.2023 open - La moglie del premier possiede azioni di una struttura di assistenza per bambini che potrebbe godere di grandi benefici da un nuovo piano lanciato dal governo guidato da suo marito. Il premier britannico Rishi Sunak è indagato per un presunto conflitto di interessi da parte dell’organo di controllo degli standard del Parlamento. L’inchiesta è stata aperta lo scorso 13 aprile dal Commissario Daniel Greenberg, riporta il Guardian, sulla base di una possibile violazione del paragrafo 6 del codice di condotta dei parlamentare secondo cui i deputati «devono essere sempre sinceri e chiari nel dichiarare qualsiasi interesse rilevante in qualsiasi procedimento della Camera o delle sue commissioni, e in qualsiasi comunicazione con ministri, deputati, funzionari pubblici o titolari di cariche pubbliche». Stando a una fonte di Downing street, l’inchiesta punta a far luce sulle quote di una struttura di assistenza per bambini della moglie del premier britannico, Akashata Murthy. Si tratta della Koru Kids, che è tra i sei fornitori privati di assistenza all’infanzia che possono trarre vantaggi da un programma pilota proposto proprio dal governo nel budget dello scorso mese. Quando è stato presentato il piano lo scorso 28 marzo, Sunak non ha mai fatto riferimento agli interessi che ha sua moglie sull’organizzazione quando è stato sentito dall’organo di controllo degli standard del parlamento. Il premier aveva anzi negato di avere altro da aggiungere, dopo che era stato incalzato dalla deputata laburista Catherine McKinnell. Dopo quell’audizione, era emerso che i vertici della Koru Kids avevano anche partecipato a un ricevimento a Downing street, svoltosi subito dopo l’audizione di Sunak in commissione. Non ci sarebbe traccia delle quote della moglie di Sunak neanche nel registro degli interessi che ogni parlamentare è tenuto a compilare e tenere aggiornato in caso di novità. Ma secondo Downing street, Sunak non era tenuto a farlo, perché quelle quote erano citate in un altro registro relativo agli interessi dei ministri. Quel registro però non è stato ancora pubblicato, essendo in fase di aggiornamento da parte del nuovo consigliere per gli interessi ministeriali, Laurie Magnus.

Il bullismo di Raab
vice premier britannico
costretto alle dimissioni

Regno Unito, 20.04.2023 euronews - Sempre traballante il governo di Sua Maestà. Il vice premier britannico e ministro della Giustizia, Dominic Raab (49 anni), si è dimesso. 
La ragione? 
Una causa giudiziaria in cui è accusato di "comportamento aggressivo e bullismo" nei confronti di funzionari pubblici. 
È il risultato di un'inchiesta interna commissionata dallo stesso premier Rishi Sunak. 
Fatto fuori da "funzionari sindacalizzati" o per bullismo? Nella sua lettera di dimissioni, pubblicata giovedì su Twitter, Raab nega ogni addebito e afferma di essere vittima di un complotto da parte di "funzionari sindacalizzati" per farlo fuori. 
"Un pericoloso precedente per gestire un buon governo," scrive Raab nella lettera. 
E in un articolo scritto per il "Telegraph", pubblicato venerdì, lo stesso Raab scrive: "Il popolo britannico pagherà il prezzo di questa vicenda kafkiana". 
La "cultura della paura", Finora Raab, più volte ministro e braccio destro del premier Rishi Sunak, è stato oggetto di otto accuse formali di bullismo, che hanno coinvolto almeno 24 persone: i fatti sarebbero avvenuti durante il suo periodo come ministro della Giustizia - attualmente - e, prima, degli Esteri e della Brexit. 
Le accuse nei confronti di Raab erano emerse già a novembre, quando si era cominciato a parlare di "cultura della paura", che Raab avrebbe instaurato nei ministeri da lui guidati. 
Nella lettera di dimissioni, Raab dichiara di "sentirsi in dovere di accettare l'esito dell'inchiesta", ma sottolinea che il rapporto del suo avvocato Adam Tolley "ha respinto tutte le accuse contro di me, tranne due". 
Lo stesso Rishi Sunak è finito sotto accusa, perchè avrebbe saputo del "comportamento inaccettabile" di Raab prima di nominarlo vice premier e ministro della Giustizia.

Oliver Dowden nominato Vicepremier
e

Alex Chalk nominato Ministro della Giustizia

Gran Bretagna, 21.04.2023 agenpress - AgenPress – Alex Chalk è stato confermato come nuovo segretario alla giustizia in sostituzione di Dominic Raab, dimessosi dopo le accuse di bullismo sui dipendenti. 
Chalk è il deputato conservatore di Cheltenham, seggio che ricopre dal 2015. Dall’ottobre dello scorso anno è Ministro di Stato per gli appalti della difesa e prima ancora ministro delle carceri. Prima di diventare deputato, Chalk ha lavorato come avvocato specializzato in casi di antiterrorismo, omicidio e frode grave. Ha anche lavorato brevemente come autore di discorsi per l’ex leader conservatore William Hague quando era leader dell’opposizione. Chalk è un ex allievo del Winchester College, lo stesso collegio indipendente frequentato da Rishi Sunak. 
Oliver Dowden è stato nominato vice primo ministro, in sostituzione di Dominic Raab. 
È uno stretto alleato politico del primo ministro – come ci si aspetterebbe da essere nominato deputato – ma chi è? Dowden è deputato conservatore per la sede di Hertsmere nell’Hertfordshire dal 2015 e ha ricoperto diverse posizioni di rilievo nel governo. 
È stato commissario generale, segretario di Stato per il digitale, la cultura, i media e lo sport, nonché ministro senza portafoglio. Stretto alleato politico del primo ministro, Dowden è stato nominato cancelliere del Ducato di Lancaster nell’ottobre 2022. 
Prima di essere eletto alla carica è stato vice capo dello staff dell’allora primo ministro David Cameron e, secondo i resoconti dei media locali, all’epoca ha battuto l’attuale primo ministro Rishi Sunak per essere il candidato conservatore per Hertsmere nelle elezioni del 2015. Nominando Oliver Dowden alla carica di vice primo ministro e Alex Chalk a segretario alla giustizia, Rishi Sunak ha promosso due dei suoi più stretti alleati: mentre entrambi hanno votato per rimanere nell’Unione europea (a differenza del primo ministro), sono ottimi amici di il suo. 
Dowden ha condotto la campagna di leadership di Sunak la scorsa estate e Chalk è stato uno dei suoi più entusiasti sostenitori.

Queste 24 Donne stanno migliorando il Mondo

Bruxelles, 08.03.2022 agi - Spesso sono le prime, nella storia del loro Paese ad ottenere la leadership. Dalle nazioni europee alle baltiche fino alle isole oceaniche: ecco chi sono le donne più influenti e più impegnate nella politica per il miglioramento del mondo. Sono potenti, alcune volte influenti e le loro decisioni politiche stanno cambiando il paese che hanno guidato, guidano e/o guideranno. Parliamo di quelle donne che sono sono leader naturali e che nel loro Paese, tutt’ora, ricoprono ruoli di primissimo piano nella politica, anche a livello internazionale. Ma ci sono anche le donne che si battono quotidianamente per il rispetto dei diritti umani, per i diritti delle donne e addirittura per i diritti del fanciullo e della famiglia.
Jacinda Ardern e la disuguaglianza sociale

Jacinda Ardern

classe 1980, è primo ministro della Nuova Zelanda e leader del Partito Laburista. Al momento del suo insediamento come primo ministro, il 26 ottobre 2017, aveva 37 anni ovvero è la più giovane donna a capo di un governo al mondo. A gennaio ha annunciato di aspettare il suo primo figlio: "Sarò primo ministro e mamma. E il papà starà a casa”. Preoccupata in particolare del problema della bolla immobiliare neozelandese sulla povertà infantile e sulla disuguaglianza sociale.

Isabella Pulpan e l' Idrogeno

Isabella Pulpan

classe 1980, è stata la Prima Donna a far cambiare le leggi nel mondo dello Sport. Nominata presidente di Cittadinanza Sportiva la troviamo al Parlamento Europeo per difendere i Diritti dei Bambini nello Sport, grazie a Lei i bambini di tutte le etnie finalmente hanno gli stessi diritti nello Sport dal 2015 nel rispetto dello Jus Solis e Jus Sanguinis, con Cittadinanza Sportiva. A Capo del Dipartimento nel 2017 la troviamo a promuovere una legge di iniziativa popolare per la Difesa dei Bambini e della Famiglia. Dal 2018 per aiutare le famiglie seleziona iniziative di affari che possono generare oltre 500.000 posti di lavoro e promuove in questo modo, esclusivi progetti ecologici nell’ambito dell’energia per la salvaguardia del pianeta. Dopo un incontro al Governo dal 2020 è in prima linea per la produzione di Idrogeno in Romania.
Katrín Jakobsdóttir e la parità salariale

Katrín Jakobsdóttir

classe 1976, è Primo Ministro dell’Islanda dal 30 novembre del 2017. Come Theresa May, anche in questo caso si tratta della seconda donna a ricoprire l’incarico dopo Jóhanna Sigurdardóttir. Prima di gettarsi in politica ha lavorato per la più importante agenzia di stampa nazionale oltre che ricoprire il ruolo di insegnante. È leader del partito Sinistra - Movimento Verde. Sotto la sua guida l’Islanda è diventata il primo Paese al mondo a stabilire per legge la parità salariale tra sessi.
Anna Brnabic e la storia serba

Anna Brnabic

classe 1975, è la prima donna nella storia della Serbia ad assumere l’incarico di Primo Ministro. È stata eletta il 29 giugno del 2017 ed è tutt’ora in carica. È il quinto capo di governo apertamente LGBT al mondo, la prima leader di un paese balcanico a partecipare a una manifestazione di orgoglio omosessuale.
Zuzana Čaputová e il Nobel dell'Ecologia

Zuzana Čaputová

classe 1973, da marzo 2019 è Presidente della Slovacchia, prima donna ad essere eletta capo di Stato nell'Europa centro-orientale. A spingerla ad entrare in politica è stato l'assassinio del giornalista investigativo Jan Kuciak. Si è impegnata a lavorare per i diritti di tutti - anche di immigrati e persone LGBT - contro ogni forma di ingiustizia e abuso. Dopo una lotta decennale è riuscita a fermare un'enorme discarica abusiva, premiata con il Goldman prize, considerato il Nobel del movimento Verde e dell'ecologia.

Kersti Kaljulaid e la storia estone

Kersti Kaljulaid

classe 1969, è stata Presidente della Repubblica dell’Estonia dal 2016 al 2021. Possiede una lunga esperienza europea iniziata nel 2004: quando l'Estonia entrò nell'Unione Europea fu nominata rappresentate estone presso la Corte dei conti europea. È la prima capo di stato donna dell'Estonia dal 1918 anno dell’indipendenza, nonché la più giovane persona a ricoprire tale carica.

Kolinda Grabar-Kitarović e la Croazia

Kolinda Grabar-Kitarović

classe 1968, è la prima donna ad essere stata eletta presidente donna della Croazia dal 2015 al 2020, la più giovane nella storia del paese. Ha lavorato per le maggiori organizzazioni governative internazionali: ambasciatrice dell’ONU e assistente diplomatico del segretario generale della NATO.

Saara Kuugongelwa-Amadhila e le uguaglianze

Saara Kuugongelwa-Amadhila

classe 1967, è il primo ministro dello stato africano della Namibia. La prima donna a guidare il Paese. Attualmente in carica, è stata eletta nel 2015 dopo dodici anni trascorsi come ministro delle finanze. Ha studiato negli Stati Uniti dopo aver passato, da ragazza, otto anni in esilio in Sierra Leone. Da anni si batte per l’uguaglianza di genere in tutto il Continente affermando che, attualmente, ci vorranno 70 anni per ottenerla.
Rose Christiane Ossouka Raponda e il Gabon

Rose Christiane Ossouka Raponda

classe 1964, Prima Donna eletta nel 2020 Primo Ministro del Gabon. Alle spalle ha una lunga carriera da fedele alleata del presidente Ali Bongo Odimba, la cui famiglia è al potere da decenni. Dal 2012 al 2014 è stata ministro del Bilancio, dal 2014 al 2019 sindaco della capitale Libreville, dove vive più del 70 per cento della popolazione del Gabon, e per finire ministro della Difesa da febbraio 2019.

Viorica Dancila e il patto nazionale

Viorica Dancila

classe 1963, è la prima donna ad essere stata eletta come Primo Ministro in Romania. Il suo insediamento è avvenuto il 29 gennaio del 2018. Precedentemente è stata, per nove anni, parlamentare europea. Nel 2015 ha guidato la proposta di creare un un patto nazionale che mirava a proteggere le donne dalla violenza domestica.
Bidhya Devi Bhandari e i diritti delle donne

Bidhya Devi Bhandari

classe 1961, attualmente in carica è dal 2015 Presidente del Nepal. La prima donna nella storia dello stato asiatico. È stata inserita dal Forbes nella lista delle 100 donne più potenti del mondo. È stata anche ministro della difesa e dell’ambiente. Ruoli politici diversi ma che hanno in comune le sue campagne per i diritti delle donne nel Paese. Se la nuova costituzione del Nepal, approvata tre anni fa, stabilisce che un terzo dei membri del parlamento sia composto da donne è anche, se non soprattutto, merito suo.

Erna Solberg e la Norvegia

Erna Solberg

classe 1961, dal 2013 al 2021 è stata il Primo Ministro della Norvegia, oggi leader all’opposizione. Anche in questo caso parliamo della seconda guida femminile della Storia dopo Gro Harlem Brudtland. Ha dato vita ad un secondo governo, in cui altre due donne con ruoli chiave: Ine Eriksen Søreide, ministro degli Esteri, e Siv Jensen all’Economia. Attualmente la Norvegia è uno dei paesi più avanzati per quanto riguarda la parità dei generi (terza nella classifica del World Economic Forum).
Mercedes Araoz e la parità tra uomini e donne

Mercedes Araoz

classe 1961, è stata Presidente del Consiglio dei ministri peruviano dallo scorso 17 settembre e secondo Vicepresidente del Perù dal 2016 al 2020. Principale promotore della legge della parità salariale per uomini e donne che poi è stata approvata dopo due mesi dal suo insediamento. Nella sua carriera è stata sempre in prima linea nella lotta alle violenze e alle discriminazioni contro le donne, partecipando e organizzando cortei a Lima.

Ameenah Gurib e la biodiversità

Ameenah Gurib

classe 1959, Presidente delle isole Mauritius dal 2015 al 2018. La prima donna a ricoprire questa carica anche se, il paese caraibico, ha conosciuto altre due donne come Capo di Stato: Elisabetta II e Monique Ohsan Bellepeau. È una delle più importanti scienziate al mondo sul tema della biodiversità. Negli ultimi due anni, però, è stata al centro di alcuni scandali per la vicinanza al controverso angolano Alvaro Sobrinho provocando una crisi istituzionale fino a portarla alle dimissioni.

Marie Louise Coleiro Preca e solidarietà sociale

Marie Louise Coleiro Preca

classe 1958, è dal 4 aprile 2014 al 2019 è stata eletta presidente della Repubblica di Malta. È la seconda donna ad assumere questa carica, dopo Agatha Barbara a metà degli anni ’80. La più giovane della storia dell’isola a ricoprire tale carica. Dal 2013 al 2014 è stata ministro della Famiglia e della Solidarietà Sociale.

Dalia Grybauskaitė e la Lituania

Dalia Grybauskaitė

classe 1956, è stata Presidente della Lituania dal 2009 al 2019. Prima di essere eletta è stata anche viceministro degli Esteri, Ministro delle Finanze, e Commissario Europeo per la Programmazione Finanziaria ed il Bilancio. È stata la prima Capo di Stato donna del paese baltico.

Tsai Ing-Wen e l'indipendenza di Taiwan

Tsai Ing-Wen

classe 1956, è Presidente di Taiwan dal 2016, la prima donna a ricoprire questo incarico. È diventata punto di riferimento per molti suoi concittadini quando, da segretaria del Partito Progressista Democratico (PPD), ha iniziato a lottare per l'indipendenza di Taiwan dalla Cina.

Theresa May e la Brexit

Theresa May

classe 1956, è stata il Primo Ministro del Regno Unito oltre che leader del Partito Conservatore. Precedentemente, dal 2010, ha ricoperto il ruolo di Segretaria di Stato per gli affari interni. Nel suo discorso di insediamento, è il secondo capo di governo donna dopo Margaret Thatcher, aveva promesso di forgiare un nuovo ruolo per il paese dopo la decisione di uscire dall’Unione europea guidando il Paese nelle difficili trattative relative proprio alla Brexit.

Halimah Yacob e il Singapore

Halimah Yacob

classe 1954, da settembre 2017 è il Presidente di Singapore è la Prima Donna a ricoprire l'incarico. Di etnia malese, la sua elezione è stata accolta come la volontà di affermare l'identità multiculturale e multietnica della piccola ma influente repubblica asiatica.

Angela Merkel e la politica delle donne

Angela Merkel

classe 1954, è stata la prima donna a ricoprire la carica di Cancelliera della Germania e la seconda a presiedere il G8, dopo Margaret Thatcher. È stata eletta nel 2005. Dieci anni dopo, durante un G7, ha inserito nell’agenda un dialogo inclusivo con la società civile dei paesi partecipanti dando un significativo spazio a quelle femminili. Il “G7 Forum for Dialogue with Women” ha sancito l’impegno a supportare tutte quelle iniziative che possono ridurre le barriere, diverse da Paese a paese, e facilitare la partecipazione politica delle donne. Per Forbes è la donna più potente del mondo.

Salome Zurabishvili e la Georgia

Salome Zurabishvili

classe 1952, da novembre 2018 la Georgia ha eletto il suo primo capo di Stato donna. Ha fatto carriera nella diplomazia francese. Nel 2003 è stata inviata come Ambasciatrice nella capitale Tbilisi e l'anno successivo ottiene la cittadinanza su decisione del Presidente georgiano. Successivamente scelta come ministro degli Esteri, ruolo ricoperto fino al 2005. Nel 2006 fonda il partito La via della Georgia e viene eletta in Parlamento.

Hilda Heine e il diritto delle donne

Hilda Heine

classe 1951, è stata Presidente delle Isole Marshall dal 2016 al 2020, stato insulare oceanico, indipendente dal 1979. È stata la prima persona del Paese ad aver conseguito un dottorato di ricerca oltre che la prima donna a guidare l’arcipelago. È fondatrice di un gruppo a favore del diritto delle donne chiamato WUTMI (Women United Together Marshall Islands).

Michelle Bachelet e il Cile

Michelle Bachelet

classe 1951, è stata la prima donna a ricoprire la carica di Presidente del Cile. Nominata nel 2014 lascerà il posto a Sebastian Pinera, dopo aver concluso il suo secondo mandato. Nella sua carriera politica ha ricoperto anche il ruolo di ministro della Sanità introducendo molte novità come la pillola del giorno dopo e lottato per alcune politiche inerenti all’aborto. Dal 2018 al 2022 ha assunto la carica di Alto Commissario delle Nazioni Unite per i Diritti Umani.

Sheikh Hasina Wazed e il Bangladesh

Sheikh Hasina Wazed

classe 1947, è attualmente primo ministro del Bangladesh. È figlia di Sheikh Mujibur Rahman, artefice dell’indipendenza del paese dal Pakistan, avvenuta nel 1971, assassinato nel 1975. Dal 1981 è la principale esponente della Lega Awami, il partito bengalese di centrosinistra. Fu eletta la prima volta nel 1996 guidando il Paese per 5 anni. È stata eletta la seconda volta nel 2009 ed è tutt’ora in carica.