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Il repubblicano Ron De Santis sfida Trump in diretta con Elon Musk: “Mi candido per le presidenziali del 2024”

New York, 25.05.2023 forbes - Era uno dei Twitter Spaces più attesi delle ultime settimane e, nonostante qualche intoppo, non ha deluso le aspettative. Ron De Santis, candidato repubblicano per le presidenziali del 2024 ha annunciato in un live stream con Elon Musk la sua candidatura per le presidenziali americane del 2024.
Dalla cultura woke all’identità di genere
DeSantis ha lanciato la sfida a Donald Trump in una sessione di Twitter Spaces piena di problemi tecnici. Il 45enne governatore della Florida ha espresso forti critiche ai “media tradizionali” e alle “élite”, sostenendo che la cultura “woke” ha distolto l’attenzione dalle priorità nazionali. De Santis ha inoltre ha elogiato Elon Musk, il ceo di Twitter, per aver offerto una piattaforma dove poter esprimere un diverso punto di vista.
Durante la conversazione, durata circa un’ora, il governatore della Florida non ha menzionato direttamente l’ex presidente Donald Trump, ma ha difeso le sue politiche. Il repubblicano ha poi parlato della sua battaglia contro la Disney, innescata dall’approvazione della legge conosciuta come “Don’t say gay”, con cui ha imposto alle scuole elementari della Florida di non trattare il tema dell’identità di genere dalla scuola materna fino alla terza elementare. La Disney infatti si era schierata contro il provvedimento e DeSantis ha minacciato ripercussioni per l’azienda, salvo poi rinunciare a provvedimenti.
La sanità e i libri banditi
DeSantis ha anche richiesto una “grande revisione” del sistema sanitario pubblico e ha criticato le élite e l’establishment della sanità pubblica per il loro fallimento durante la pandemia. 
Un altro tema affrontato da DeSantis durante l’annuncio della sua candidatura è stato quello dei “libri proibiti”, un argomento di grande interesse per la destra conservatrice. Il repubblicano ha affermato che in Florida nessun libro è stato vietato, nonostante le leggi da lui promulgate si siano espresse contro alcuni libri di matematica. Circa cinquanta volumi per le scuole pubbliche, sono stati messi al bando perché “indottrinano i ragazzi”. Inoltre, DeSantis ha criticato il presidente Joe Biden per la gestione dell’immigrazione, sostenendo che non dovrebbe occuparsi delle richieste di asilo e promettendo di riprendere la costruzione del muro di confine con il Messico interrotta durante l’amministrazione Biden.
La reazione di Twitter
Nonostante i problemi tecnici durante l’annuncio della sua campagna, DeSantis ha affermato che ha “fatto scoppiare internet”. Il ceo di Twitter, Elon Musk, ha sostenuto che tutti i candidati presidenziali sono i benvenuti sulla piattaforma e ha annunciato la sua intenzione di intervistare altri candidati in futuro, anche se in passato aveva indicato il suo sostegno a DeSantis. 

Isabella Pulpan: "Sull'Energia l'Italia potrebbe diventare il propulsore dell'Europa; confido in questo Governo"

Bruxelles, 03.11.2022 notizieinternazionali - Dalla presidenza della CCIISS Camera di Commercio Internazionale, la Dott.ssa Isabella Pulpan, ha sottolineato con veemenza che adesso è il tempo di fare davvero la differenza per garantire ai nostri figli un mondo migliore, lavorando seriamente a progetti di produzione di energia non pericolosa ed inquinante per l’ambiente e per la vita "sull'energia l’Italia potrebbe diventare il propulsore dell’Europa; confido in questo Governo, al fine di permettere la ripresa nonchè il vero sviluppo verde e digitale del Paese per rilanciare in ogni settore una economia sana dopo il fermo dovuto alla pandemia codid-19, perciò è necessario che il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) sia investito correttamente a beneficio dell’Italia e degli Italiani, senza poi diventare una spesa sulle spalle dei cittadini italiani e oltretutto un danno sulle prossime generazioni, ma un investimento sicuro che porti guadagni futuri e in tempi brevi. I Governi precedenti con cui abbiamo sempre interloquito sono stati sordi per privilegiare gli interessi personali alle proposte dei progetti presentati da noi che potrebbero migliorare l’Italia; da donna a donna confido nella visione futuristica e l’amore per l’Italia della Premier Giorgia Meloni nella svolta con le nostre proposte”.
Isabella Pulpan e i progetti di Energia
Giorgia Meloni nuovo Premier d'Italia

Reddito di Cittadinanza o Voto Clientelare?

Il Reddito di Cittadinanza,
Renzi a Napoli insiste:
“Va abolito, 
è Voto Clientelare dei 5stelle” 

Napoli, 13.07.2021 ilfattoquotidiano - L’ex Premier Matteo Renzi, intervenuto a Napoli in occasione della presentazione del suo ultimo libro “Controcorrente”, prosegue la sua crociata contro il reddito di cittadinanza anche se i tempi per presentare il quesito referendario sono stretti e rischia di non farcela. 
Per il senatore il reddito di cittadinanza è stato pensato “al solo scopo di continuare ad avere consenso”: “È un voto clientelare garantito e organizzato che i 5 stelle intendono rappresentare e che noi vogliamo scardinare”. 
E sulle tempistiche ammette: “Sul referendum abrogativo del reddito di cittadinanza c’è un problema sulle tempistiche legato al fatto che la Costituzione e la legge attuativa del principio referendario danno dei tempi molto stretti che ci fanno finire nell’imminenza delle elezioni. Stiamo dunque ragionando nel merito di come riuscire a farlo entro la legislatura – dice Renzi – se ce la si fa, o se raccogliere le firme e poi farlo subito dopo, all’inizio della prossima legislatura”.
Il leader di Italia Viva non ha ancora una vera alternativa al Reddito di cittadinanza, tanto da ignorare una domanda in merito, ma è sicuro che la misura non stia aiutando chi ne ha bisogno. 
“È un tema complesso dal punto di vista procedimentale – spiega Renzi – però indipendentemente dalle procedure, che ovviamente seguiremo rispettando la legge, c’è il tema di fondo che secondo me il reddito di cittadinanza non serve ad aiutare i poveri ma è un modo fatto dai 5 Stelle per buttare via i soldi. 
Io sono arrivato a fare il Presidente del Consiglio – aggiunge – e c’erano 20 milioni di euro sulla povertà, sono andato via che c’erano 2 miliardi e 6. 
Quindi è giusto mettere i soldi sulla povertà, ma una cosa è mettere i soldi, un’altra è buttarli via”. 
“Il meccanismo del reddito di cittadinanza lo sanno quelli che fanno i navigator – spiega ancora il senatore – non sta funzionando. 
Fa parte del tentativo del Movimento 5 Stelle di vincere le elezioni, e ci sono riusciti, ma è stato più un tentativo di vincere le elezioni che di risolvere il problema. 
Allora io dico troviamo il modo di mettere questi soldi a sostegno delle persone per trovare lavoro e non per dare un sussidio e far dipendere la persona che ha bisogno dal politico di turno”.
Fuori dal teatro nel quale Renzi presentava il suo libro, si è dato appuntamento un discreto numero di contestatori. 
Nel mirino proprio la proposta referendaria del senatore. 
A protestare sono stati infatti i disoccupati del movimento “7 novembre” che hanno esposto cartelli ironici su un ipotetico quesito referendario: “Volete estendere il reddito di cittadinanza e allontanare il senatore Matteo Renzi dalla politica italiana?”.

Reddito di Cittadinanza,
Vittorio Sgarbi durissimo: “Voto di scambi, ecco le cifre che lo dimostrano”

Milano, 27.09.2021 liberoquotidiano - A fare i conti su una delle più grande storture dell'Italia di oggi, sul Corriere della Sera, è Milena Gabanelli
Si parla del reddito di cittadinanza, l'assegno-bandiera del M5s che tante, troppe storture e sprechi ha generato. 
Lo stesso reddito che, oggi, è nel mirino un po' di tutte le forze politiche, con i grillini accerchiati e soli nel difenderlo. Addirittura, Giuseppe Conte ha recentemente affermato che "per abolirlo dovranno passare sul mio cadavere". 
Insomma, il leader difende a spada tratta il disastro.
Dunque, eccoci alle impressionanti cifre snocciolate dalla Gabanelli sul Corsera
Secondo l'inchiesta, sono 123.697 i furbetti a cui, ad oggi, è stato revocato l'assegno con le 5 Stelle. 
E ancora, si insiste sulla necessità di rivedere le soglie: il 36% di chi lo incassa, infatti, non è povero assoluto e il 56% degli indigenti, in verità, non riceve nulla. 
Un lungo articolo che è una aspra critica, quasi una condanna, al reddito di cittadinanza. 
La Gabanelli, inoltre, nel pezzo firmato insieme a Rita Querzè, indica quali sono gli aspetti sotto i quali la misura deve essere riformata, se proprio l'abrogazione non fosse possibile.
E quest'inchiesta del quotidiano di via Solferino viene rilanciata sui social da Vittorio Sgarbi, da sempre contro il reddito pentastellato, da sempre in prima fila a combatterlo con i toni tranchant, e durissimi, che lo contraddistinguono. 
E anche in questo caso, il critico d'arte non fa eccezione. 
"Sul Corriere della Sera - cinguetta Sgarbi - la Gabanelli racconta di come ben 123 mila persone ricevono soldi senza averne i requisiti. 
Ai 5 Stelle non interessava aiutare chi realmente avesse bisogno, ma premiare chi li ha votati. 
Ecco perché il Rdc è stato voto di scambio", conclude Vittorio Sgarbi con la più pesante delle accuse. 
Voto di scambio, appunto.

Il peso
del Reddito di Cittadinanza
nel Voto di Napoli

Napoli, 08.10.2021 ladiscussione - Spentosi l’entusiasmo per la schiacciante vittoria di Gaetano Manfredi, neo sindaco di Napoli, riflettiamo sull’esito della competizione elettorale sulla base dei numeri. Sine ira ac studio, avrebbe detto Tacito. Ebbene i numeri dicono una verità: Manfredi ha stravinto grazie al reddito di cittadinanza. Senza del quale sarebbe stato condannato ad un sempre pericoloso ballottaggio. Dai dati forniti dall’Inps relativi al mese di luglio 2021, nella città di Napoli figuravano ben 183mila nuclei familiari percettori del reddito di cittadinanza. Più dell’intera Lombardia e dell’intero Veneto sommati. Era pertanto elementare prevedere che questi percettori del reddito avrebbero votato per il candidato appoggiato dai 5 Stelle e la cui vittoria avrebbe comunque garantito continuità al ricevimento del sussidio. E’ prevalso l’istinto di conservazione. Si potrebbe obiettare: ma perché mai Manfredi, sindaco potrebbe influenzare una norma nazionale? Certo che non può, almeno direttamente. Ma pensate solo per un momento ad un’ipotetica e contemporanea sconfitta di Manfredi a Napoli, di Gualtieri a Roma (ancora possibile) e di Lorusso a Torino (ancora possibile). Con un Pd a pezzi e i 5 Stelle praticamente cancellati dal panorama politico nazionale Draghi avrebbe impiegato meno di un minuto a programmare e deliberare una decisa falcidia di questo obolo, che se in moltissimi casi è venuto effettivamente incontro ad esigenze vitali di poveri disperati, in molti altri si è dimostrato solo un grazioso ed inspiegabile regalo a truffatori, lavoratori in nero, mafiosi e parcheggiatori abusivi. Con il Pd e i 5 Stelle bastonati dagli elettori, sarebbe stato gioco facile per il premier imporre una sterzata su un provvedimento ormai impopolare, che oltre ad erodere miliardi alle casse dello Stato, si è rivelato un clamoroso flop quanto all’obiettivo finale, quello di favorire l’occupazione attraverso i navigator. L’affermazione che Manfredi ha vinto soprattutto grazie al reddito di cittadinanza è suffragata non solo dai numeri precedenti il voto, ma soprattutto dai numeri, impietosi e inoppugnabili, che emergono dai risultati delle municipalità. Il Movimento 5S è ridotto ai minimi termini in tutta Italia. Percentuali che non superano le dita della mano. Desaperecido. Solo a Napoli ha superato, invece, le due cifre, attestandosi oltre il 10 per cento. E scendendo ancor più particolareggiatamente nell’esame dei flussi ci si accorge che i grillini hanno tenuto solo nei quartieri popolari, vincendo addirittura nelle municipalità di Scampia-Secondigliano (boom del 15%) e di Miano-San Pietro a Patierno (quasi 12%). E si sono piazzati secondi, alle spalle del Pd, in altri quartieri popolari del centro storico come San Lorenzo-Vicaria e della periferia orientale, come San Giovanni-Barra. Fiasco quasi completo, invece, al Vomero e a Chiaia, i quartieri della borghesia. Nelle periferie, dove si concentra il maggior disagio sociale, ma anche e, purtroppo il maggiore tasso di illegalità, Manfredi ha fatto incetta di voti ed ha scansato un ballottaggio che avrebbe potuto riservargli rischi imprevedibili. Ora comunque è chiamato ad un compito immane: raddrizzare una città ridotta allo sbando da dieci anni di disastri di De Magistris. Dieci anni indimenticabili, li ha definiti lui, ed ha ragione. I napoletani non li dimenticheranno certo, li ricorderanno come un incubo dal quale finalmente si sono liberati. Per vincere la sfida Manfredi, innanzitutto, non dovrà farsi condizionare dalle pretese (che verranno) dai 5 Stelle e soprattutto da De Luca, il suo grande e interessato sponsor. E magari dovrà darsi una svegliatina per correggere l’immagine sonnolenta che ha fornito da candidato. Anche questo servirà. Quanto alle cose da fare, che saranno tantissime e concrete, bisognerà che scenda sulla terra e abbandoni quei tratti da sognatore che hanno contraddistinto i suoi timidi proclami in campagna elettorale. Il cardinale Sepe, se fosse stato ancora in carica, nel dargli il viatico dopo la vittoria gli avrebbe detto: “A Maronna t’accumpagni”.

Afghanistan

I Talebani riprendono Kabul, civili in fuga
Afghanistan, 16.08.2021 cittanuova - Dopo che il presidente americano Joe Biden ha deciso il ritiro immediato dei marines, i talebani hanno preso il potere nelle principali città afghane, conquistando anche Kabul
La denuncia della giornalista della Tv di Stato
Afghanistan, 19.08.2021 ansa - La giornalista ammette: «I talebani non mi hanno permesso di andare a lavorare» Shabnam Dawran è una conduttrice di spicco della televisione di Stato Afghana
Copriti il volto! Cnn aggredita dai Talebani
Kabul, 19.08.2021 fanpage -  Clarissa Ward, e la sua troupe della Cnn sono state vittime di aggressione da parte di alcuni Talebani mentre tentavano di raccontare ciò che sta accadendo per le strade della capitale dell’Afghanistan.
L’offerta di Pace dei Talebani: “Amnistia e nessuna vendetta
Kabul, 18.08.2021 ilgiornale - Cronache del primo giorno del Talebanistan, l'Afghanistan nelle mani dei mullah integralisti.
Mano tesa. I nuovi padroni del Paese garantiscono di non volere irritare i loro nemici che del resto hanno fatto loro la grande cortesia di fuggire a gambe levate. Il portavoce dei ribelli, Zabihullah Mujahid, nella prima conferenza stampa che tutto il mondo ascolta con il fiato sospeso è chiaro: «Non vogliamo avere nessun problema con la comunità internazionale».
Il programma dei «non». Poi nella conferenza, partita con un moto di «orgoglio per l'intera nazione. Dopo 20 anni di lotta abbiamo liberato il paese ed espulso gli stranieri», Mujahid sparge rassicurazioni a piene mani. 
Amnistia in tutto il Paese. 
Nessuna vendetta. 
Nessuna minaccia alle ambasciate straniere. 
Nessuna aggressione fuori dai confini. 
Nessun ostacolo ai media purché non contraddicano i valori islamici e gli interessi nazionali. Stop alla coltivazione del papavero da oppio e al traffico di stupefacenti. La questione femminile preoccupa il mondo e i talebani ci vanno piano: «Siamo impegnati a rispettare i diritti delle donne sotto il sistema della Sharia. Abbiamo il diritto di agire secondo i nostri principi religiosi». 
Quindi, «permetteremo alle donne di lavorare e studiare, ma entro la nostra struttura». 
In mattinata Enamullah Samangani, rappresentante della «commissione cultura» dei Talebani, aveva aperto alla presenza di donne nell'esecutivo, ma sempre «in base alla sharia». I talebani sembrano perfino disposti a un po' di autoanalisi, nella quale non sono mai apparsi fortissimi: «Per quanto riguarda l'esperienza, la maturità e la visione, vi è naturalmente una grande differenza fra noi ora e venti anni fa. C'è una differenza nelle azioni che intraprenderemo. È stato un processo evolutivo». Tra pochi giorni i talebani annunceranno la formazione del nuovo governo, al quale stanno lavorando. Si tratterà a loro dire di un governo inclusivo, nel quale «siano rappresentate tutte le parti» e che «porrà fine alla guerra», come promette Mujahid. Dopo la nascita dell'esecutivo «decideremo quali leggi presentare alla nazione».
Amrullah incita alla resistenza. Fuggito il presidente Ashraf Ghani, il suo vice Amrullah Saleh si è dichiarato «presidente ad interim legittimo in base alla Costituzione afgana» e in quanto tale ha lanciato un appello alla «resistenza», riservando anche una stoccata agli Stati Uniti: «A differenza di loro e della Nato, non abbiamo perso lo spirito e vediamo enormi opportunità davanti a noi».
La comunità internazionale. È naturalmente scettica. L'Occidente, l'Onu in testa, invoca la formazione di un governo inclusivo. Il premier britannico Boris Johnson insiste sull'opportunità di organizzare quanto prima un G7 sull'Afghanistan. Jens Stoltenberg, segretario generale dell'Onu, parla di «crollo imprevedibile, rapido e improvviso» e parla di «lotta al terrorismo». Ma non tutti sembrano preoccupati. A Mosca il ministro degli Esteri Sergej Lavrov sembra apprezzare la nuova disponibilità a dialogare dei talebani, così come il suo omologo ad Ankara Mevlut Cavusoglu: «Spero che vedremo lo stesso approccio nelle loro azioni». Kabul sotto shock. Poche le voci che arrivano dalla capitale afghana. Tra queste quella di Alberto Zanin, responsabile dell'ospedale di Emergency che racconta di una città «poco trafficata, si vedono molte meno persone in giro, anche per l'avamposto di talebani armati che fermano per i controlli ma al momento non risultano persone ferite». Zanin racconta che nella precedente notte si sono sentite «numerose raffiche di kalashnikov, le persone sono preoccupate».
L’Europa ora deve trattare con i Talebani
Bruxelles, 18.08.2021 europatoday - I talebani "hanno vinto la guerra" in Afghanistan e l'Unione europea deve trattare con loro. A sottolinearlo, insistendo sull'esigenza di prevenire una crisi umanitaria nel Paese, è stato Josep Borrell, l'Alto rappresentante dell'Ue per la politica estera. Il politico spagnolo, noto per non usare troppi giri di parole nonostante il suo lavoro diplomatico, rompe gli indugi. E indica quella che molto probabilmente sarà la strada maestra del blocco europeo per far fronte a una situazione che sembra aver colto alla sprovvista gli Stati membri. Che ora temono una nuova crisi migratoria.
Gli errori commessi : "Ci sono molte lezioni da trarre da quanto avvenuto, dobbiamo riconoscere che sono stati compiuti errori, in particolare per quanto riguarda la valutazione delle capacità militari dell'esercito afghano di resistere a un'offensiva talebana", ha detto Borrell durante una conferenza stampa al termine dell'incontro con i ministri degli Esteri dell'Unione. "Tutti sono rimasti sorpresi della disfatta in pochi giorni di un esercito per addestrare il quale abbiamo speso molto denaro e impegnato uomini", ha aggiunto.
Trattare con i talebani : Cosa fare adesso? "Tratteremo le autorità afghane come sono", dice Borrell, assicurando al contempo che l'Ue vigilerà sul rispetto da parte delle autorità afghane degli obblighi assunti con la comunità internazionale e sottolineando le preoccupazioni che restano al riguardo della situazione della società civile e in particolare delle donne e delle bambine. "Dobbiamo assicurare - continua - che la nuova situazione politica che si è determinata in Afghanistan non porti a un movimento migratorio su larga scala verso l'Europa, dobbiamo coordinarci tra noi e con i Paesi di transito e i vicini". Infine, "è necessario entrare in contatto con le autorità a Kabul, dobbiamo parlare con loro per avviare un dialogo prima possibile, per evitare un disastro umanitario. Un dialogo che dovrà anche essere incentrato sui mezzi per evitare il rientro di terroristi stranieri nel paese". A una domanda sugli aiuti al Paese, il capo della diplomazia europa ha risposto insistendo più volte sulla necessità di distinguere gli aiuti umanitari dall'assistenza allo sviluppo non legata a necessità umanitarie. "I primi - ha detto - non solo non devono essere diminuiti, ma forse dovranno anche aumentare". Sugli altri si possono porre condizioni. Quando un giornalista afghano, quasi in lacrime, ha chiesto a Borrell di non riconoscere i talebani, l'Alto rappresentante ha ulteriormente chiarito che "non è una questione di riconoscere ufficialmente, è una questione di parlare con loro. Se si vuole che le persone, afghani e famiglie, che hanno lavorato con noi, con le nostre delegazioni, raggiungano l'aeroporto, si dovrà parlare con le autorità talebane, altrimenti sarà difficile per loro raggiungere l'aeroporto, sarebbe un'operazione logistica complicata". "Trattare dunque" con le autorità talebane, "restando però molto vigili sul rispetto degli obblighi internazionali accettati e sulle condizioni poste, oltre che sul rispetto delle risoluzioni del Consiglio di Sicurezza".
L’evacuazione : Nell'attesa di capire quali tavoli di trattative aprire con l'Afghanistan (su cui l'Ue non ha leve commerciali, ma solo quella degli aiuti umanitari), Borrell ricorda che al momento la priorità assoluta è "assicurare l'evacuazione nelle migliori condizioni di sicurezza dei cittadini europei che sono ancora presenti nel Paese e anche dei cittadini afghani che hanno lavorato con noi per oltre venti anni e che desiderino partire. Non possiamo abbandonarli". A tal proposito, Borrell ha ringraziato pubblicamente Spagna, Italia e Francia: l'Alto rappresentante a citato il governo di Madrid "per essersi offerto come 'hub'" per accogliere i cittadini afghani che hanno collaborato con i Paesi Ue e che ora verranno trasferiti in Europa e quindi distribuiti tra i Paesi membri che offrano loro dei visti, "l'Italia per il ponte aereo, la Francia per la sicurezza sul terreno".

Thailandia

Mandato arresto Interpol per l'erede Red Bull

Bangkok, 04.08.2020 ansa - L'Interpol ha spiccato un mandato d'arresto per l'erede dell'impero di Red Bull, il thailandese Vorayuth 'Boss' Yoovidhya. relativo all'incidente fatale del 2012 con la sua Ferrari in cui rimase ucciso un agente di polizia. Quella dell'Interpol è l'ultima mossa in ordine di tempo in una vicenda che va avanti senza soluzione da un anno: le accuse contro Vorayuth, il cui nonno è il co-fondatore di Red Bull, furono ritirate lo scorso luglio e ciò scatenò la furia dell'opinione pubblica in Thailandia che interpretò quel fatto come un inaccettabile caso di impunità riservata all'elite del paese. Un'indignazione che ha in definitiva indotto a nuove accuse il mese scorso contro il fuggiasco, per guida spericolata che ha causato la morte e uso di cocaina. Il portavoce della Polizia, Krissana Pattanacharoen, ha confermato oggi la cosiddetta 'nota rossa' emessa dall'Interpol all'inizio della settimana, l'allerta più urgente fra quelle emesse dall'agenzia di polizia internazionale "Dobbiamo fare tutto il possibile per riportarlo nel paese - ha detto - perchè si tratta di un reato grave".

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