Insetti
la valutazione scientifica per classificarli tra i nuovi alimenti e farli divenire commestibili
Parma, 13.01.2021 efsa - Pubblicati quest'oggi un insieme di pareri scientifici
in esito a richieste di valutazione di nuovi alimenti. Tra i pareri compare la
prima valutazione completa di un prodotto proposto come alimento derivato da
insetti. Le valutazioni EFSA in termini di sicurezza sono una tappa necessaria
per la regolamentazione dei nuovi alimenti in quanto la sua consulenza
scientifica affianca il lavoro degli enti europei e nazionali che autorizzano
tali prodotti per il mercato europeo. Dall'entrata in vigore del regolamento sui nuovi alimenti il
1° gennaio 2018 l'EFSA ha ricevuto un gran numero di richieste di valutazione
in merito a un'ampia varietà di fonti di alimenti sia tradizionali che inedite.
Le richieste di valutazione includono prodotti erboristici derivati da piante,
alimenti a base di alghe e frutti non autoctoni, oltre a diverse varietà di
insetti commestibili. La dott.ssa Helle Knutsen, biologa molecolare e tossicologa,
è membro del gruppo di esperti dell'EFSA sulla nutrizione umana e presidente
del gruppo di lavoro sui nuovi alimenti. Dichiara: "Le richieste di
valutazione di nuovi alimenti sono talmente varie che abbiamo bisogno di
competenze scientifiche diversificate per valutarle. Tanto per citarne alcune:
nutrizione umana, tossicologia, chimica e microbiologia. La composizione del
gruppo di lavoro le riflette e, insieme, i nostri scienziati formano un gruppo
multidisciplinare di grande esperienza".
Insetti commestibili
Ermolaos Ververis, chimico ed esperto EFSA in scienza degli
alimenti che ha coordinato l’elaborazione del primo parere adottato su insetti
usati come nuovi alimenti, ha dichiarato: "Gli insetti sono organismi
complessi, e ciò rende problematica la caratterizzazione della composizione dei
prodotti alimentari da essi derivati. Comprenderne la microbiologia è di fondamentale
importanza, considerato anche che si consuma l'insetto intero.
Vari cibi derivati da insetti vengono spesso dichiarati
fonte di proteine per l’alimentazione.
“Le formule a base di insetti possono essere ad elevato
contenuto proteico, benché i livelli proteici utili possono risultare
sovrastimati quando sia presente la chitina, una delle principali sostanze che
compongono l'esoscheletro degli insetti. Un nodo fondamentale della valutazione
è che molte allergie alimentari sono connesse alle proteine, per cui dobbiamo
valutare anche se il consumo di insetti possa scatenare reazioni allergiche.
Tali reazioni possono essere provocate dalla sensibilità individuale alle
proteine di insetti, dalla reazione crociata con altri allergeni o da allergeni
residuati da mangimi per insetti, ad esempio il glutine. È un lavoro impegnativo perché la qualità e la disponibilità
dei dati varia, e c'è molta diversità tra una specie di insetti e
l’altra". Ci sono anche ragioni non di natura scientifica che rendono
impegnativo lo studio dei nuovi alimenti. "La marea di richieste di valutazione comporta una
notevole mole di lavoro e i termini di scadenza delle valutazioni sono talvolta
troppo ravvicinati, soprattutto se le richieste mancano di dati scientifici
essenziali", ha aggiunto la dott.ssa Helle. "Ma la collaborazione tra esperti è stimolante, ed è
gratificante sapere di contribuire a salvaguardare la sicurezza dei nostri
cibi".
Al di là della valutazione dei rischi scientifici
La novità di usare insetti nei cibi ha suscitato grande
interesse da parte del pubblico e dei media, per cui le valutazioni
scientifiche dell'EFSA sono cruciali per i responsabili politici che debbono
decidere se autorizzare o meno tali prodotti prima della loro immissione sul
mercato dell'UE. Giovanni Sogari, ricercatore in ambito sociale e
consumeristico all'Università di Parma, ha commentato: "Ci sono ragioni
derivanti dalle nostre esperienze sociali e culturali, il cosiddetto 'fattore
disgusto', che rendono il pensiero di mangiare insetti repellente per molti
Europei. Con il tempo e l'esposizione tali atteggiamenti potranno mutare". Mario Mazzocchi, esperto di statistica economica e docente
presso l'Università di Bologna, ha affermato: "Ci sono chiari vantaggi
ambientali ed economici nel sostituire le fonti tradizionali di proteine
animali con quelle che richiedono meno mangime, producono meno rifiuti e
provocano meno emissioni di gas serra. L'abbassamento di costi e prezzi
potrebbe migliorare la disponibilità di alimenti, mentre la nuova domanda
creerà nuove opportunità economiche, che potrebbero però interferire con i
settori esistenti".
Gli scienziati EFSA continueranno a inserire le
numerose richieste di valutazione di nuovi alimenti nella loro agenda, mentre i
responsabili delle decisioni a Bruxelles e nelle capitali nazionali decideranno
se tali alimenti debbano essere autorizzati per finire nei piatti europei. In
definitiva i consumatori potranno scegliere con fiducia ciò che mangiano, ben
sapendo che la relativa sicurezza è stata accuratamente verificata.